Resta pressoché stabile la curva dei contagi da Covid 19 in Sardegna dove si registrano 96 ulteriori casi confermati di positività, sulla base di 2087 persone testate.
Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 10056 test, con un tasso di positività dello 0,9% Mentre si registra ancora un decesso, una donna di 95 anni residente nella provincia di Nuoro, resta stabile anche il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva (8) e in area medica (47).
Sono, infine, 1701 sono i casi di isolamento domiciliare (54 in più rispetto alle ultime 24 ore).
Su 29 ricoverati nei quattro reparti dedicati al Covid 19 dell'ospedale Binaghi di Cagliari, sono 18 quelli che hanno ricevuto due dosi di vaccino.
Si tratta, in massima parte di persone anziane affette da pluripatologie.
I dati sono stati forniti dal direttore sanitario dei presidi del capoluogo Sergio Marracini.
"I pazienti con doppia dose sono molti di più sulla popolazione generale, quindi è normale che aumentino, ma il numero dei ricoveri resta basso". Nel dettaglio i non vaccinati si concentrano nella fascia 63-72 anni, mentre coloro che hanno completato il ciclo hanno un'età compresa tra i 73 e i 97 anni.
La Sardegna resta tra le regioni nelle quali l'incidenza dei casi di Covid-19 è tra le più basse del Paese: 32,3 casi per 100mila abitanti, quindi sotto la soglia dei 50 casi.
Soprattutto non ha superato la soglia critica di allerta fissata a 50 casi su 100mila abitanti, soglia a partire dalla quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi.
Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Cabina di Regia.
Le altre due regioni che stanno meglio delle altre sono la Basilicata (29,4) e il Molise (29,7). I valori più elevati di incidenza si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (316,3 per 100mila abitanti), Friuli Venezia Giulia (233,0) e Veneto (115,3).
Per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid, secondo i dati Agenas, nell'Isola cresce lievemente la pressione sulle intensive, dal 3 al 4%, mentre resta invariata quella in area medica, ferma al 3%. Comunque valori ampiamente al di sotto delle soglie critiche stabilite dal ministero.
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