21 luglio 2024

Parliamoci chiaro: L'elezione di Ilaria Salis e il declino della nostra classe politica.

L'elezione di Ilaria Salis, seppur possa sembrare un atto marginale nell'ambito della politica nazionale e internazionale, rappresenta una riflessione profonda sulle dinamiche della nostra società. Non si tratta solo di una scelta elettorale, ma di uno specchio che riflette il basso livello di consapevolezza critica degli elettori e la decadenza della nostra classe politica.

Da un lato, è innegabile che la nomina di una figura come “Ilaria Salis” sia un atto di scarsa rilevanza per quello che riguarda le reali sfide che la nostra nazione deve affrontare. Dall'altro, è preoccupante che, pur di ottenere qualche voto in più ( Sinistra Italiana e Verdi), si assiste a una continua svalutazione della politica: una pratica che trasforma una carica istituzionale in un mero strumento di propaganda, simile a una rappresentazione da teatro di marionette. Questo non è solo il riflesso di una classe politica superficiale, ma anche di un elettorato che sembra aver smarrito il senso critico e il rispetto per il valore del proprio voto.

Il viaggio di questa inettitudine non è cominciato oggi. Da anni, abbiamo assistito a un'invasione di figure poco adatte a rappresentare il nostro Paese nelle istituzioni europee. Soubrette, comici, e sportivi sono stati inviati come se la politica fosse un palcoscenico. Mentre altri stati inviavano rappresentanti preparati e competenti, noi abbiamo mandato una massa di individui che sembrano non comprendere le responsabilità del loro ruolo. L'immagine che abbiamo offerto è stata di totale incapacità, contribuendo a leggi che hanno strozzato la nostra competitività e deteriorato la reputazione del nostro Paese.

Ora, aggiungiamo alla lista dei “rappresentanti” anche figure che non hanno nulla a che vedere con le competenze richieste. Non è solo una questione di opportunità, ma di valori: come ci si può aspettare che una persona con un curriculum nullo difende i nostri interessi in contesti così complessi come quelli europei? La caricatura di una politica ridotta a una guerra di bande ci lascia senza parole.

Il vero nodo della questione è la responsabilità collettiva. Coloro che si dichiarano “politici” credono di agire in modo astuto candidando individui come Ilaria Salis per raccattare qualche voto. I media, invece di stimolare un dibattito critico, si concentrano sul sensazionalismo, divertendosi a discutere di personaggi invece di affrontare le questioni sostanziali. È l'elettore, però, a portare il peso maggiore di questa caduta di stile. Chi sceglie di votare senza un minimo di analisi, chi dimentica l'importanza del proprio voto, ha un ruolo chiave in questo disfacimento.

Nel tentativo di spiegare ai miei figli l'importanza di valori come il rispetto delle regole, il valore dell'istruzione e il significato del voto responsabile, mi rendo conto che stiamo vivendo in un'epoca in cui il senso dell'onestà e della serietà è messo a dura prova. Cresceranno in una società in cui la politica sembra un grande gioco, e dove le aspirazioni economiche diventano sempre più limitate. La prospettiva di un futuro migliore, purtroppo, sembra allontanarsi.

Se non invertiamo il rottame, i nostri giovani potrebbero trovarsi costretti a emigrare in cerca di opportunità, abbandonando la nostra nazione in questo stato di declino. Come ci siamo ridotti a ciò? È un motivo di vergogna per tutti noi.

L'elezione di Ilaria Salis è palpabile di significato. È un sintomo di una malattia sociale e politica più profonda e radicata. È tempo di riflessione e di azione. È giunto il momento di ripensare il nostro approccio alla politica, di valorizzare la competenza e di incoraggiare una partecipazione informata al dibattito pubblico. Non possiamo permetterci di continuare su questa strada. La nostra nazione e il suo futuro dipendono dalla nostra capacità di fare meglio. Vergogniamoci, sì, ma impariamo anche a cambiare.

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