
La ZES sarda sí é rivelata da subito un espediente della sinistra
moribonda per sostituire la Zona franca sardista e dare da bere nuvole al suo
ceto burocratico/imprenditoriale assetato di assistenzialismo. Aspettando il
Godot di sovvenzioni improduttive che né il Governo gialloverde prima, e
neppure quello giallorosso poi e quello
attuale hanno nelle loro tasche sfondate, la Zona franca dei sardi, che aspetta
che sia applicato il decreto 75/98 é ferma e derelitta.
Ben altro ci vuole per dare speranza e posti di lavoro ai sardi senza
aspettare elemosine che sono solo promesse irrealizzabili.
Intanto bisogna salvare il Porto di Cagliari, l’aeroporto di Elmas e
la sua area industriale contigua di Macchiareddu dichiarando con forza che
quella é l’area della Zona franca Cagliaritana e procedendo in quella direzione
come applicazione del 75/98 e il suo specifico decreto successivo. Non il
ridicolo fazzolettino di zona franca concordato fra Autorita portuale, Zedda e
Pigliaru prima della loro sconfitta. Questo fazzolettino di zona franca serve
solo per piangere la morte del Porto canale. Sono rimaste solo l’Autoritá
portuale e il fantasma della Cagliari free zone ad essere gestite dalla
sinistra e a continuare a portare avanti vecchie politiche fallimentari e
improduttive. Andrebbero commissariate. Purtroppo bisognerá attendere le
elezioni politiche per avere un nuovo governo che in sinergia con la nostra
Giunta regionale possa invertire la rotta. Si tratta quindi di anni prima che
la Zona franca sarda e in particolare quella cagliaritana possa iniziare a
vagire. A meno che il Presidente Solinas non compia anche per la Z.F. un
miracolo politico realizzato come per la vertenza delle entrate. Mai dire mai,
ma la Sardegna é alla canna del gas e non importa se GNL gassoso o liquefatto.
(Fonte: diario social a cura di Mario Carboni)
0 comments:
Posta un commento