Un articolo sul valore del suo impegno per i territori e per le comunità.
Quando penso a Mariella Amisani, alla
sua figura e al ruolo che oggi ricopre, non riesco a limitarmi a un semplice
elenco di incarichi e di successi. Per me, parlare di lei significa riflettere
su un modo diverso di concepire la politica locale e lo sviluppo
dei territori, fatto di passione, concretezza e capacità di
ascolto. Non è una dirigente distante, non è una rappresentante istituzionale
chiusa nei palazzi: è una donna che ha deciso di vivere e agire nel cuore delle
comunità, mettendo al centro i bisogni reali delle persone.
In un tempo in cui la politica sembra spesso
ridotta a slogan, Mariella Amisani incarna un approccio serio,
coerente e umano. Ed è proprio questa combinazione che la rende
una guida credibile non solo per il GAL Linas Campidano, ma
anche per Assogal
Sardegna, l’associazione che riunisce tutti i 17 GAL
dell’isola.
Il valore di una leadership riconfermata
Il fatto che Mariella Amisani sia stata riconfermata
alla guida del GAL Linas Campidano non è un dettaglio
secondario. In un contesto complesso come quello della progettazione europea e
dello sviluppo locale, dove spesso i mandati sono vissuti come esperienze brevi
e frammentate, la sua conferma dimostra fiducia e continuità.
La sua presidenza non è stata solo
amministrazione di bandi, ma visione strategica. Il
GAL Linas Campidano, sotto la sua guida, è diventato uno strumento vivo, che ha
portato avanti progetti concreti su più fronti: dall’agricoltura
multifunzionale alle energie rinnovabili, fino alla creazione di servizi per le
comunità locali.
Io credo che la vera misura di un leader si
veda proprio qui: nella capacità di trasformare un ente tecnico in un
soggetto vivo e utile, capace di fare la differenza nella vita
quotidiana delle persone.
La prima donna alla guida di Assogal Sardegna
Il 13 giugno 2024 Mariella
Amisani è stata eletta presidente di Assogal Sardegna,
diventando la prima donna a ricoprire questo incarico.
Questo evento, di per sé storico, non va letto solo in chiave simbolica. Certo,
è importante che finalmente una donna sia al vertice di un’associazione che
raccoglie tutti i GAL sardi, ma ciò che colpisce è il modo in cui Mariella ha
saputo interpretare il suo nuovo ruolo: non come un traguardo personale, ma come
una responsabilità collettiva.
In quel momento, non ha parlato di sé, non ha
rivendicato meriti individuali: ha parlato dei GAL, della loro funzione, della
necessità di rafforzarli e di sostenerli. Ha parlato di comunità, di
collaborazione, di futuro condiviso. Questo, a mio avviso, è il tratto più
distintivo della sua leadership: l’assenza di narcisismo
e la capacità di mettere sempre davanti il bene comune.
Il coraggio di denunciare le contraddizioni del sistema
Una delle cose che più apprezzo di Mariella
Amisani è il suo coraggio nel dire le cose come stanno. Non
è facile, soprattutto quando ci si trova a dover dialogare con istituzioni
regionali o nazionali, esporsi apertamente e denunciare ciò che non funziona.
Eppure, lei lo fa con chiarezza e determinazione.
In più occasioni ha ricordato come i GAL si trovino a operare in condizioni finanziariamente
insostenibili: costretti ad anticipare spese con fideiussioni
personali o prestiti bancari a tassi altissimi, pur essendo enti che gestiscono
fondi pubblici e che svolgono un ruolo strategico per lo sviluppo rurale.
Io credo che la sua voce sia importante
proprio perché rompe il silenzio e fa emergere un problema che, per troppo
tempo, è stato nascosto sotto il tappeto. Mariella non si limita a denunciare: propone
soluzioni. Ha chiesto strumenti finanziari dedicati, un fondo
regionale annuale, meccanismi che permettano ai GAL di lavorare senza rischiare
la loro stessa sopravvivenza.
Una visione chiara: lo sviluppo nasce dalle comunità
Al centro della sua azione c’è un principio
che condivido pienamente: lo sviluppo non può essere calato dall’alto, ma deve
essere guidato
dalle comunità locali. Questo approccio, conosciuto a livello
europeo come CLLD (Community-Led Local Development),
trova in Mariella un’interprete autentica.
Non è solo un concetto teorico: nei territori
del Linas Campidano lo vediamo tradursi in progetti concreti. I bandi del GAL
hanno sostenuto piccole imprese agricole, artigiani, servizi sociali,
amministrazioni comunali. Ogni iniziativa è pensata per rispondere a bisogni
veri, e non per fare semplice vetrina.
Quando ascolto Mariella parlare di questi
progetti, percepisco sempre un senso di orgoglio e appartenenza.
Non racconta numeri o cifre, ma storie: la storia dell’impresa che ha potuto
diversificare le sue attività, del comune che ha potuto offrire un nuovo
servizio ai cittadini, della cooperativa che ha investito nelle rinnovabili. È
questo che fa la differenza: vedere i volti dietro ai progetti.
La forza di una donna in un mondo complesso
Non posso non sottolineare un aspetto che,
personalmente, trovo molto significativo. Mariella Amisani si muove in un mondo
che, per lungo tempo, è stato dominato da figure maschili. Il settore dello
sviluppo rurale, così come quello delle amministrazioni locali, ha visto
pochissime donne ai vertici.
Il fatto che oggi lei sia presidente di
Assogal e presidente riconfermata del GAL Linas Campidano ha un valore che va
oltre la sua persona: è un segnale di cambiamento culturale. È
la dimostrazione che competenza, passione e autorevolezza non hanno genere.
Io credo che il suo esempio possa ispirare
tante altre donne, soprattutto giovani, che desiderano impegnarsi per i propri
territori ma temono di non avere spazio. Vedere una figura come Mariella aprire
la strada è un incoraggiamento a credere che sì, è possibile guidare, decidere,
cambiare le cose.
L’assemblea di Cagliari: un momento di verità
Ricordo con particolare attenzione
l’assemblea pubblica del 31 marzo 2025 a
Cagliari, voluta da Assogal Sardegna sotto la sua presidenza. Non è stata una
semplice riunione tecnica: è stato un vero e proprio momento di verità.
Lì sono emerse tutte le difficoltà dei GAL,
ma anche la loro straordinaria vitalità. Lì Mariella Amisani ha dato voce a un
malessere diffuso, trasformandolo in una proposta politica concreta. Lì si è
visto quanto sia fondamentale avere una guida capace di tenere
insieme le istanze di 17 realtà diverse, senza mai perdere di
vista l’obiettivo comune: fare in modo che i territori rurali non restino
indietro.
Per me, quel giorno ha rappresentato la
conferma di quanto la sua leadership non sia solo amministrativa, ma anche
profondamente politica e comunitaria.
Una leadership fatta di ascolto e dialogo
Un altro aspetto che apprezzo molto di
Mariella è la sua capacità di ascoltare. Spesso chi
guida enti o associazioni rischia di chiudersi in una torre d’avorio, di
perdere il contatto con le persone. Lei, invece, mantiene sempre aperto il
canale del dialogo.
Lo fa con le istituzioni, cercando un
rapporto costruttivo con la Regione. Lo fa con gli amministratori locali, che
non vengono mai trattati come semplici esecutori, ma come partner. Lo fa con le
imprese e le associazioni, che trovano in lei un’interlocutrice attenta e
disponibile.
Io credo che questa capacità di ascolto sia
la vera cifra della sua leadership. Non impone, non cala dall’alto: costruisce
insieme. E questo, nel lungo periodo, è ciò che garantisce stabilità e fiducia.
Mariella Amisani come simbolo di speranza
Se dovessi sintetizzare ciò che rappresenta
oggi Mariella Amisani per i territori sardi, userei una parola semplice ma potente:
speranza.
Speranza che i GAL possano superare le
difficoltà burocratiche e finanziarie. Speranza che lo sviluppo locale possa
davvero diventare una realtà concreta, non solo una formula nei documenti
europei. Speranza che la Sardegna possa crescere a partire dalle sue comunità
rurali, dai suoi paesi, dalle sue campagne.
In un contesto spesso dominato da
rassegnazione e disillusione, la sua figura è un punto di riferimento
positivo, una dimostrazione che, con passione e competenza, si
possono affrontare anche le sfide più complesse.
Conclusione: un cammino da sostenere
Scrivere queste riflessioni su Mariella
Amisani mi ha portato a una convinzione chiara: il suo percorso non riguarda
solo lei o il GAL Linas Campidano, ma tutti noi.
Ogni cittadino che vive in un piccolo paese,
ogni imprenditore agricolo, ogni giovane che sogna di restare in Sardegna
invece di partire, trova nel suo lavoro un tassello di futuro.
Io credo che il cammino che sta tracciando
vada sostenuto, valorizzato e raccontato. Perché non parliamo solo di bandi o
di fondi europei: parliamo di comunità che resistono,
di persone che costruiscono, di territori che vogliono vivere e non
sopravvivere.
E se oggi possiamo immaginare questo futuro
con un po’ più di fiducia, è anche grazie a lei, a Mariella Amisani, a quella
sua forza
gentile che riesce a unire fermezza e umanità, coraggio e
ascolto, visione e concretezza.


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