10 settembre 2025

Dalla parte sbagliata

Così la sinistra trasforma occupazioni, abusi e immigrazione clandestina in battaglie politiche.

C’è un dato culturale, prima ancora che politico, che ormai appare evidente: la sinistra italiana ha sviluppato una strana attrazione per tutto ciò che ruota attorno alla violazione della legge. Dove c’è un abuso, un’irregolarità, un reato, invece di respingerlo con fermezza, tende a trasformarlo in una bandiera da sventolare. È accaduto con le occupazioni abusive delle case, con i centri sociali rimasti aperti per decenni a spese dei contribuenti e fuori da qualsiasi regola, e accade puntualmente con le navi delle ONG che ignorano le disposizioni delle autorità competenti. In tutti questi casi, l’atteggiamento della sinistra è stato lo stesso: difendere chi trasgredisce, come se la legge fosse un ostacolo e non un riferimento comune. È una sorta di riflesso automatico, una reazione quasi istintiva. Perché? Forse perché conviene trasformare l’illegalità in campagna elettorale.

Il punto, però, è che dietro a questa dinamica si nasconde un progetto ben più concreto: l’immigrazione. La sensazione diffusa, e ormai difficilmente smentibile, è che la sinistra punti a favorire l’arrivo del maggior numero possibile di immigrati irregolari in Italia. Non è solo una percezione, ma una sequenza di atti concreti: ogni volta che viene proposta una misura di contenimento, scatta subito l’opposizione. La magistratura, spesso in sintonia con quel mondo, si attiva per fermare qualsiasi tentativo di invertire la rotta: dall’accordo con l’Albania, che dovrebbe servire a dare un segnale chiaro prima dell’ingresso in Europa, alla regolamentazione delle navi, fino alla gestione dei centri di accoglienza. Tutto viene ostacolato, tutto viene rimesso in discussione.

Eppure, i numeri e i fatti parlano chiaro. Dopo quindici anni di politiche permissive, il risultato è un disastro: l’immigrazione clandestina è cresciuta senza controllo, si è intrecciata con la criminalità e ha prodotto episodi di cronaca sempre più gravi e aberranti. Sono storie che indignano l’opinione pubblica e che mostrano quanto il fenomeno sia ormai fuori gestione. E come se non bastasse, in alcuni ambienti si arriva persino a negare l’evidenza: ci si spinge a chiedere che la parola “straniero” venga eliminata davanti a termini come “stupratore”. È accaduto persino di fronte all’ennesimo caso drammatico, quello della donna violentata da un immigrato proveniente dal Gambia.

La domanda, allora, è inevitabile: fino a quando si potrà far finta di non vedere? Per quanto tempo ancora la sinistra continuerà a difendere l’indifendibile, a trasformare le emergenze in propaganda e a sacrificare la sicurezza dei cittadini sull’altare del consenso ideologico? La realtà, sotto gli occhi di tutti, è un Paese che ha perso il controllo dei flussi, che si sente più insicuro e che chiede soluzioni concrete. Ma mentre l’Italia vive le conseguenze, una parte della politica sembra preferire la narrazione alla realtà, le battaglie ideologiche alla responsabilità di governare.













 

on mercoledì, settembre 10, 2025 by Paolo Corrias | Leave a comment 

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